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«Cosa sta per accadere a Montecchio
dove sta per nascere una residenza culturale
di livello nazionale nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia?
Sì! Perché – da quel che si dice – la Casa di Cultura
C[ibernetica] è un luogo dove la cultura risiede.
Non certo ospite di passaggio.
«Qui lo spazio è cyber. Imprendibile. Un confine.»
[dal Manifesto iB01 – marzo 2011] CC
«Il nostro lavoro è portare alla luce, fare emergere i non-argomenti delle minoranze pre-potenti» [AP su NCPP]
CASA DI CULTURA C [ CCC ] FU CIBERNETICA
la cultura all’ennesima potenza
1.
Lo spazio infatti ci è scivolato via.
Non è così importante.
Sarà sempre così.
Per ogni genere di esplorazione.
Siamo per la proprietà sufficiente e per il lavoro solidale.
Questi principi creano il luogo.
Il resto è esagerata apparenza.
O appartenenza.
Non apparteniamo a nessuno.
Lo spazio è transitabile.
L’unico – fatto persona, e mai prodotto, in transito – è la nostra proprietà.
2.
“Di [spazi] ce ne sono tanti, di idee coerenti poche” – ha scritto un commentatore di casadicultura.it nei giorni della nostra decisione di riconfigurare il nostro percorso fuori da qualsiasi spazio incoerente.
“Di Casa di Cultura all’ennesima potenza… una sola” – ci piacerebbe scrivere noi.
Un vulcano culturale.
Come l’immagine che abbiamo preso a nostro simbolo.
Il ricordo di una delle nostre opera-azioni più difffuse e incontrollabili.
E difficilmente ripetibili.
3.
Dopo 13 mesi di residenza presso la casa natale di Silvio Ceccato – il cibernetico della mente, dopo il ritorno a Casa in Corso Matteotti – presso la Libreria LA CASA DI GIOVANNI, dopo varie sperimentazioni in altri spazi, abbiamo deciso di restare in giro.
E di ricomparire a sorpresa.
Con grande preoccupazione di tutti.
4.
La CCC si configura oggi come una “CASA” all’ennesima potenza.
Che mette in dubbio la sua stessa essenza.
Diventando indomestica.
Indomesticabile.
Itinerante.
Critica.
Con una base di partenza.
E luoghi mai definitivi.
Per accogliere moltitudini.
Una sola moltitudine direbbe il nostro Reis/Caeiro/Pessoa.
- In primo luogo, dal 2003, come laboratorio culturale ed esercizio “pubblico” conosciuto come Libreria LA CASA DI GIOVANNI, oggi a regime ridotto, una libreria solo per amici e attivisti culturali. Giovanni era il nonno nonagenario di Alberto Peruffo, vissuto e morto nelle stanze della futura libreria che poi gli è stata dedicata. In paese il nonno era molto conosciuto e sempre presente sul vecchio portone di legno del centrale Corso Matteotti, fino agli ultimi giorni della sua vita.
- In secondo luogo, in quanto sede originaria della CASA EDITRICE ANTERSASS attiva dal settembre 1999, fondata nel 2000 da Alberto Peruffo in occasione della comparsa in rete del suo primo progetto digitale, Intraisass, poi iBorderline, aperiodico di esplorazione geografica e culturale. Qui, per più di 10 anni, ha avuto il punto di riferimento la “redazione diffusa” del progetto culturale che vide la partecipazione di decine di redattori e centinaia di autori italiani e stranieri.
- In terzo luogo è la base di partenza della CCC, la Casa di Cultura C che ha in questo luogo – la CASA dove abita Alberto (con il suo grande brolo, una piccola galleria e uno studio) – la sede operativa in cui si svolgono riunuoni e incontri da dove partono operazioni, trasferimenti e allestimenti in altre sedi accomunate dal concept CCC.
5.
Quindi una Casa all’ennesima potenza, o meglio una Casa dove la cultura si trova e si trasferisce all’ennesima potenza, non solo di luogo, ma anche di significato. Perciò, per esser più suggestivi, alla post-potenza. Dove la potenza è sempre insubordinata e critica rispetto al pre-potere, al potere a priori.
6.
La terza C potrebbe infatti stare, oltre che per il FU CIBERNETICA (non dimentichiamo e valorizzeremo sempre i nostri percorsi del passato, in particolare la memoria di Silvio Ceccato, nostro illustre compaesano, ispiratore e precursore di una cultura mai china verso il sapere costituito, che nel rapporto critico ed estremo con le macchine/uomo ci ha insegnato il valore e il pericolo di tutto ciò che è cibernetico, di tutto ciò che si pone sul confine tra artificio e natura), per CONTEMPORANEA (il nostro focus rimane l’azione sul presente grazie a una meditata preparazione che contempla a pari distanza il passato e il futuro), per COMPOSITIVA (ci piace da sempre comporre arti e discipline in vista di un sapere e di un agire organico, composito, che sa capire la complementarità, la differenza, l’associazione e la dissociazione tra le parti, nel rifiuto della compromissione: l’obbligarsi insieme, depauperandosi di ciò che è fondamentale), per COMUNE (la cultura è un bene comune, ma – sigh – anche un male comune, una condivisione delle esperienze altrui per arrivare a vivere pienamente – ma anche reprimere – le proprie: non trascuriamo infatti mai la suggestione “primitivista”: quando la cultura tradisce la natura, essa non è più cultura, ma sovrastruttura, un a-priori che non riconosce l’alterità e usa il “simbolico come elemento repressivo”, di dominio. Per questo forse è meglio lasciare la terza c senza definizione, per non abusare mai troppo del termine cultura. Per non tradire la sua origine, CRITICA).
7.
Potremmo per agilità e pertinenza al nostro dominio web chiamarla semplicemente Casa di Cultura, e così spesso faremo nelle nostre comunicazioni, ma se dovessimo scegliere un termine qualificativo che racchiuda nel suo campo semantico gli altri, certamente il migliore risulterebbe essere – per il nostro impegno frontale sull’oggi – quello di CRITICA. Tuttavia la C libera apre a declinazioni inaspettate, a labirinti culturali tutti da sperimentare. Ed è forse meglio lasciarla libera, la C.
8.
Chiameremo perciò per estensione la CCC Casa di Cultura C, per riduzione Casa di Cultura, per acronimo CCC, sapendo che in un caso o nell’altro, in questo luogo o in altri luoghi dove programmeremo la nostra curatela e la nostra regia, dietro a questi nomi ci sarà un’origine comune.
9.
La direzione culturale e la responsabilità giuridica, fiscale, economica, morale sono di Alberto Peruffo. Non esitate a contattarci per partecipare alle numerose attività della CCC dopo aver letto il nostro concept.
10.
La CCC sarà promotrice di agitazione culturale (definizione non nostra, ma di AltraEconomia N°150 luglio-agosto 2013 SE ESCO DALL’UNESCO) e corto circuiti disciplinari (diciamo noi per semplificare la complessità) con conseguenze non prevedibili neppure a noi. Chi ha paura dell’elettricità culturale non ci contatti. Neppure chi ha la lingua in sintonia – attaccata a – con la prepotenza del Potere con la P maiuscola, la retorica e lo spettacolo che l’accompagnano. «Il nostro lavoro è portare alla luce, fare emergere i non-argomenti delle minoranze pre-potenti e la volgarità uniformante delle masse. Le due cose uccidono le differenze, le persone rivolte al futuro, la molteplicità delle relazioni e del mondo, la pluralità dei singoli, la moltitudine inquieta, la democrazia dei corpi che vivono l’irriducibilità dei territori» [AP su NCPP]. Il nostro lavoro è scalfire l’a-priori per evitare danni a-posteriori. La filosofia come serva e giustificatrice del mondo o dell’oltremondo, violenti, assoluti. Siamo per la post-potenza, la militanza fondata sul dialogo, la discussione, il confronto, il sano conflitto, la conoscenza concreta, la presenza sui territori. Siamo in assemblea permanente con noi stessi. Sempre in ascolto di ciò che arriva da fuori e di ciò che pulsa all’interno.
E per la nostra memoria amiamo ricordare le formule “Non rinunciamo alla nostra forza” (Luisa Muraro) e “Non c’è bellezza senza giustizia” (Letizia Battaglia). Due donne che sono state nostre compagne di percorso.
c/o
LIBRERIA LA CASA DI GIOVANNI
ANTERSASS CASA EDITRICE
Ai piedi dei Castelli di Montecchio
Corso Matteotti, 41
Montecchio Maggiore | VICENZA
Siete bravissimi.
che bello!! ci vuole 🙂