CONCEPT CCC

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  • Estratto (con integrazioni) dagli Appunti sugli scopi della CCC presentati oralmente da Alberto Peruffo nella prima riunione del 18 aprile 2011:

Scopi
[ consegnare e difendere bellezza ]
[ promuovere cultura e arte impegnata, armata, insubordinata ]
[ applicare la geografica concreta ]
[ studiare criticamente il confine tra il dentro di noi e il fuori di noi ]
[ sottolineare il concetto di primo confine: l’ambiente, il primo luogo delle nostre visioni, la complessità dove viviamo ]
[ sottolineare il concetto di prima politica: la politica fatta da ogni singolo cittadino appena mette il piede fuori di casa ]
[ ispirare una rete d’azione politica solidale e partecipativa fondata sui beni comuni, trovando parole nuove per una nuova politica che sconfigga la partitoburocrazia imperante ]
[ non rinunciare alla nostra forza ]
[ portare alla luce, fare emergere i non-argomenti delle minoranze pre-potenti ]
[ comprendere e indirizzare la rivoluzione digitale ]
[ consegnare nuovi strumenti, armi concettuali, per gli scopi suddetti ]

Concept operativo
[ poco spettacolo, molta ricerca, soprattutto visioni ]

  • «Perché poco spettacolo?»

«Perché lo spettacolo ti fa perdere il contatto con le cose. A piccole dosi può anche far bene. Come la letteratura e ogni forma d’arte in generale. Lo spettacolo, oltre a generare una realtà costituita di secondo livello (il primo è quello delle cose che vivi, e non rappresenti), produce una distanza tra attore e spettatore che se assimilata in dosi massicce diventa pericolosa. Gli attori diventano protagonisti di una vita che non vivono e noi come loro. Risultato: lo spettacolo ti addormenta l’attenzione verso le cose concrete e ci allontana dai luoghi fisici (geografici) delle esperienze, dalle relazioni concrete di chi agisce. Ecco perché ti “consegna” tutto velocemente e poi non ti rimane niente. Alcun “segno”. Può andar bene per passare un po’ di tempo e distaccarsi dalla propria condizione, ma tu qui, alla CCC, hai bisogno di restare dentro alla cose, di costruire relazioni con chi agisce e con chi riceve, rivalutando il binomio tra attore e spettatore di modo che entrambi escano rigenarati dal loro incontro. Segni diversi producono ricerca e se ben composti nuove visioni. E queste non scappano via. Ma restano dentro. Di te».
Alberto Peruffo – in libera conversazione durante le riunioni di presentazione della CCC, 21 dicembre 2011

La CCC nasce dalla necessità di fare cultura concreta (leggi  ABOUT CCC) – senza mediazione che non sia la “prima persona” che agisce in un luogo:

«La tua (la nostra) è una ricerca alla quale è impossibile sottrarsi, quasi una condizione/necessità che si presenta agli uomini di fronte a territori inesplorati. È il nocciolo che muove ogni ricerca di fronte ai limiti della nostra fisicità, della mente e del nostro corpo che gli esplora, siano essi un paesaggio prossimo – la nostra città – o remoto – le vette delle montagne, gli abissi del mare, le astrazioni della nostra mente. Non possiamo eliminare il contesto e la contingenza del nostro esserci e di quello che “potrà” accadere. Agiamo (è già un trovare!) e restiamo pronti ad agire, ricercando».
Alberto Peruffo – in libera conversazione durante le riunioni di presentazione della CCC, 21 dicembre 2011

«Fare cultura non è niente di così astratto, remoto, accademico, o dall’altra parte, qualcosa di così spettacolare, attoriale, inebriante intrattenimento per gente annoiata in cerca di nuovi stimoli. Fare cultura, in parole semplici e inequivocabili, è elaborare le esperienze degli altri per generarne nuove. È conoscere, studiare le esperienze degli altri – le strade battute – per percorrerne di tue, di nuove. Strade sterrate. Capisci allora perché può capitare che un semplice contadino possa avere molta più cultura di un accademico olimpico patinato che non ha mai vissuto in prima persona un’esperienza e che di questa quindi non può fare cultura, esperienza condivisa, se non per sentito dire».
Alberto Peruffo – in libera conversazione durante il post-serata SCA-LUMM del 24 aprile 2013

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