Una breve ricostruzione degli ultimi intensi giorni di febbraio che ha visto un grande impegno del movimento NO PFAS unitosi nuovamente nella riunione di Bonavigo del 22 dove è arrivato a redigere un primo documento unitario sul Principio di Precauzione da inviare a Regione e Ministeri, a indire la prima (verso una) Giornata Nazionale contro i Crimini Ambientali, a formare i 4 Gruppi di Lavoro Interpartes:
- giuridico-legale
- sanitario-epidemiologico
- educativo-culturale
- ambientale-tecnico-amministrativo.
Il giorno 24 di febbraio c’è stata l’azione davanti al Tribunale di Vicenza (v. Galleria sotto) per sostenere l’immediato intervento della Procura, soprattutto dopo gli ultimi sconcertanti documenti: il Rapporto Ecomafie redatto dalla Commissione Parlamentare e il Report scientifico dell’Equipe dell’Università di Padova guidata dal Dottor Foresta che certifica per la prima volta al mondo la correlazione causa-effetto – il danno biologico, l’interferenza endocrina – tra esposizione PFAS e inibizione del testosterone a livello cellulare, con tutte le conseguenze patologiche sull’apparato riproduttivo maschile, a partire dal dimezzamento della fertilità. La stessa Equipe sta ora procedendo nello studio delle patologie riguardanti l’apparato femminile e le conseguenze neotali, tra cui l’alterazione dello sviluppo gonadico e un già riscontrato deficit sui nuovi nati, che nascono sottopeso e più piccoli, più deboli. «Una civiltà di castrati e di minorati è quella che ci prospetta il Veneto contemporaneo» sono le dure parole di Alberto Peruffo davanti al Tribunale nel mentre dà voce con il megafono a tutto il movimento NO PFAS presente.

Nel frattempo – come riportato in calce – la MITENI con il suo Ufficio Stampa cerca di difendersi come può, mettendo in campo i soliti comunicati negazionisti e facendo apparire l’AD Nardone in interviste che all’opinione pubblica sono risultate molto dubbie e hanno messo in discussione la credibilità di queste testate web, spesso troppo superficiali e probabilmente “interpellate”. Una cosa è certa: mai si erano viste interviste del genere, monovoce e monolinea. Riportiamo sotto la puntuale critica alle due testate, VicenzaPiù e VicenzaReport, avvenuto sulla pubblica piazza di FB. Nel dettaglio dei link si potranno ricavare i commenti.

Infine, qualche settimana prima, altro caso di negazionismo da parte di Miteni Informa – l’Ufficio Stampa dell’Azienda in versione FB – è stato prontamente ripreso e messo davanti al fatto che il caso MITENI era giunto negli stessi giorni a Davos, durante i lavori del World Economic Forum, come uno dei 21 casi internazionali di ingiustizia ambientale, collusione e impunità, che vedono implicate aziende e politica.
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GALLERIA AZIONE PROCURA
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INTERVISTA VICENZA PIU’
Qui il link con i commenti e il testo completo che smonta tutta l’intervista e lascia spazio a una controintervista >> https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10155120072745880
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INTERVISTA VICENZA REPORT
Segue il testo di critica alla testata. Qui il link per il post su FB da cui si può arrivare ai commenti e all’intervista.
QUESTIONE DI CAPRE
RIUNIONE GENERALE DI STASERA + ALTRA INTERVISTA FAZIOSASegnaliamo questa nuova intervista. Si parla di capro espiatorio.
A ben vedere si tratta di capre. Certo – per restare nella metafora – la Miteni non è l’unica capra che inquina la valle e a cui bisogna tirare il collo. E’ indubbiamente la capra principale da cui iniziare il cambiamento. La prima. Da qui si comincia. Al giornalista F.O. che non ha coraggio di firmarsi per esteso, diciamo: metti il tuo nome e cognome, così facciamo una verifica e sappiamo chi sei. Poi: tutta l’intervista non sta in piedi. Guardate solo la stesura monolinea delle domande preparate. E’ sufficiente la prima risposta, con l’ammissione di avere sempre inquinato, perché non c’erano restrizioni, per far capire con che modo di pensare/operare abbiamo a che fare. Potremmo dire criminale, visto che si sta giocando con la contaminazione di una popolazione e la ricaduta sulla nostra vita è già in atto? Non solo, ma capra non espiatoria, ma propiziatoria, perciò serva, è un giornale che si permette di fare un’intervista del genere. Nella parte audio si raggiunge l’assurdo: il giornalista fa da spalla al Dottor Nardone – baluardo dell’eticità aziendale mondiale (pensate a coloro che vanno in Cina, non a casa vostra!) – nel costruire una nuova narrazione sulla costruzione degli argini ai confini aziendali: si sono sotterrati rifiuti tossici, non tanto perché erano tossici, ma perché serviva materiale, sabbia!, ops, e i decerebrati dirigenti aziendali della Miteni di allora, si sono guardati attorno, nel piazzale della bucolica fabbrica, e, sempre ops, hanno visto che c’era del materiale in più, in disparte, e, visto che non serviva, dava fastidio, ops, l’hanno interrato sugli argini della Poscola. Per fare sabbia. Due piccioni insabbiati con una fava.Assurdo è dire poco. Osceno. Caro F.O., vai a fare qualche domanda un po’ più lunga e articolata agli operai dell’azienda sull’ammodernamento degli impianti per quanto riguarda le misure di sicurezza richieste e non messe ancora in opera, invece di di fare l’altarino responsorio all’Amministratore Delegato. Chi è questo F.O.? Dalla voce non sembra una delle giovani giornaliste del quotidiano web. Sembra anzi una rauca comparsa ad hoc costruita dall’Ufficio Stampa Miteni di cui già abbiamo visto fatti riprovevoli e che tutti conoscono. F.O. ci dimostri di essere un giornalista professionista, per il bene del suo giornale che con questo articolo rischia tantissimo! Invitiamo la Procura a controllare le fatture dei giornali della provincia per sapere quanti soldi l’azienda versa per la propaganda aziendale. Poi, se l’azienda sarà giudicata colpevole, prenderemo atto pure di quanto l’informazione manipolata ha aiutato i colpevoli a deviare l’opinione pubblica. Qui non salviamo nessuna capra.
Risultato: non due piccioni con una fava, ma due capre con un articolo.
Gentili Nardone e F.O.: non vi rendete conto di quanto siete ridicoli? Ma non ridicoli-ridicoli! Il nostro è un riso amaro e vi assicuro che non dimenticheremo una sola sillaba di questo vostro delirio e di questa vostro continuo prendere in giro.
La memoria è la nostra arma.Oggi riunione generale PFAS a Bonavigo, contro le capre. Perché presto verremo a togliervi l’erba da sotto i piedi.
PS – Per rispondere all’invito audio: questa sera ci saranno tutti, caro Nardone, anche Greenpeace e Legambiente, oltre che il resto. Si prepari ad un incontro, se proprio vuole farlo, ma sarà lei che dovrà venire da noi, al nostro tavolo, anche in territorio neutrale, se proprio vuole incontrarci. Da noi nessun preconcetto, ma solo fatti. In primis, il sangue dei nostri figli, oltre che al nostro, contaminato e certificato. Oltre che a una sfilza di fatture di spese comunitarie a cui dovrà rispondere, a prescindere. E a una montagna di studi scientifici. I preconcetti è lei che tenta di alimentarli e costruirli, come questo articolo infondato e fazioso dimostra.
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Sottoscrittori della Lettera sul Principio di Precauzione e del Lavoro Interpartes di Bonavigo:
COORDINAMENTO ACQUA LIBERA DAI PFAS
Legambiente Veneto, Legambiente Vicenza, Legambiente Verona, Circolo Legambiente Perla Blu di Cologna Veneta, Legambiente Creazzo, Legambiente Valdagno, ViVerBio Gas Lonigo, Gas Creazzo, Gas Sommacampagna, Gruppo Gas Prova di San Bonifacio, Rete Gas Vicentina, Comitato Acqua Bene Comune Vicenza, Acqua Bene Comune Verona , Comitato Vicentino No Ecomafie, Associazione No alla Centrale Ovest vicentino, CITTAB (Comitato intercomunale tutela territorio area berica) di Lonigo, Nuovi consumatori Vicenza, Lasciateci respirare di Monselice, di Conselve di Lendinara (3 comitati), Coordinamento 0 OGM, Gruppo di consumo critico della Val D’Illasi, Monastero del bene comune di Verona, Acli Montagnana, e singoli cittadini.
Mamme No Pfas, Greenpeace Italia, Alberto Peruffo, Medicina Democratica, Cittadini No Pfas Montecchio Maggiore, Cillsa, Comitato Zero Pfas Agno Chiampo, Isde, Collettivo Resistenze Ambientali