DESERTI. Ho visto il fango
di Claudio Lupo*
Può capitare di organizzare o partecipare ad un viaggio e poi al ritorno essere delusi nelle aspettative o perché ci si aspettava realtà diverse o perché non siamo riusciti ad instaurare un rapporto empatico con le persone incontrate.
Domenica 31 marzo 2019 ho partecipato ad un viaggio nel tempo dal quale sono tornato con il cuore e la mente attoniti, cioè letteralmente, impressionati.
Lo stupore di trovare, a poche centinaia di metri dai luoghi che attraversiamo tutti i giorni distratti, forse anche per non voler prendere atto della devastazione del territorio, un luogo di indicibile bellezza, incontaminata, da favola. Magico lo definisce il piccolo figlio di Davide che ci fa da guida assieme ad Alberto, Dario ed esponenti del gruppo ESU (Escursioni Storico Umanitarie) quando mi ritrovo assieme ad altre belle persone alla partenza a S.Urbano di Montecchio Maggiore per recarci alle vicine Spurghe.
Vi invito ad andare a visitarle, con discrezione, con rispetto, perché sembra quasi che la natura abbia voluto trovarsi un nascondiglio dove proteggersi dalla violenta ed arrogante avanzata del “progresso” che si sente una “razza superiore” da un punto di vista culturale e quindi autorizzata a dominare tutto.
Un luogo dove la meravigliosa biodiversità ci riporta alla nostra essenza, siamo anche noi animali e facciamo parte di questa natura che stiamo violentando: autolesionismo. Per questa situazione, in altri contesti, si prevedono cure, anche contenzioni. Invece nei confronti di questo concetto di “progresso” non si agisce alcun intervento curativo, si lascia che dilaghi liberamente, contaminando anche le menti: un’epidemia devastante, per arginare la quale i nostri cervelli hanno bisogno di recuperare visioni di una natura originale e salvifica.
Poi il repentino riaffacciarsi ad un panorama grigio e maleodorante ferisce l’anima. La consapevolezza che la distruzione del territorio in atto è a livelli allarmanti, che la salute è minacciata, che la storia del territorio è cancellata, che la bellezza è oltraggiata da canoni di riferimento artificiali, falsi e ingannatori, suscita angoscia e nello stesso tempo una profonda ribellione, il rifiuto di condividere tali crimini, la volontà di opporre resistenza, confortato dagli amici che mi accompagnano.
Un ricordo si affaccia alla mia memoria. L’esperienza in Sudan, la bellezza del deserto, la solidarietà di un popolo martoriato, la povertà materiale contrapposta alla povertà umana e culturale che si sta diffondendo tra noi unita alla orrenda desertificazione di anime e territori.
Così è sgorgata la suggestione che segue, come l’acqua pura che ci negano; ma il pensiero libero, non può essere imprigionato, deviato come i fiumi, può solo aiutarci ad essere umani.
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DESERTI
HO VISTO IL FANGO
HO VISTO IL NULLA
HO VISTO VISI DI BAMBINO
CHE MI SORRIDEVANO
SOLO PERCHÉ STRANIERO
IO PELLEGRINO NELLA LORO TERRA
ARSA POVERA CONTESA
HO VISTO OSSA RICOPERTE DI PELLE
GRANDI ANCORA GLI OCCHI
E UN CUORE INDOMITO PULSARE
MORIRE DI FAME
BRUCIARE DI SETE
PARETI DI PAGLIA E TERRA
INTORNO A ME
SEDUTO FRA LORO
CALDO POLVERE E FIATO DI ANIMALI
SGUARDI CHE RISPONDONO
DOMANDE IMPRIGIONATE
LEGAMI ANCESTRALI
IL NILO BIANCO E IL NILO AZZURRO
FRAGRANZE NATURALI
POZZI NEL DESERTO
CATTEDRALI DI PELLEGRINAGGI
RUOTE CORDE E MULI
FANNO RIEMERGERE
LA LINFA VITALE
SIAMO ACQUA
ACQUA È VITA
ACQUA È MORTE
IL RESPIRO ACCELERA
RICORDO
ALBE E TRAMONTI PRIMORDIALI
IL SILENZIO DELLA NOTTE
MILIONI DI STELLE
CADONO SU DI ME
SHUKRAN
GRAZIE
PENSO PERDENDOMI NELL’OSCURITA’
ORA
OSSERVO I MIEI LUOGHI
PELLEGRINI CUI SI RIFIUTA IL SORRISO
RESIDENZE RICCHE
POVERE DI VITA
ASFITTICHE RELAZIONI
NAUFRAGI
SPIAGGIAMENTI DI UMANI PENSIERI
CATRAMOSE ESSENZE
ATROFIZZANO I SENSI
ANNERISCONO GLI ANIMI
DESERTIFICAZIONE
DI UOMINI E PAESAGGI
SCHIAVITÙ DI OGNI FORMA ANIMALE
NASTRI GRIGI LISTANO A LUTTO
PRATI CAMPI ORTI E GIARDINI
AVVELENATI DA INFERNALI INCHIOSTRI
FRUTTO DI DANTESCHE PERVERSIONI
MALVAGI PROGETTI E INFAMI ASPIRAZIONI
INGRANAGGI ARTIFICIALI
RIESUMANO LE PIOGGE
FILTRANO DISTRIBUISCONO
SOTTO MENTITE SPOGLIE
IL LIQUIDO ALIMENTO
IMPRESCINDIBILE NUTRIMENTO
CUI TUTTI CI AFFIDIAMO
VILE TRADIMENTO
DI CHI CON VOLONTÀ L’OFFENDE
PROVOCANDO ESTINZIONI
UCCIDENDO LA TERRA
SIAMO ACQUA
ACQUA È VITA
ACQUA È MORTE
NON CI SONO PIÙ STELLE
SOPRA DI ME
NÉ SILENZIO CHE MI ABBRACCI
SULLE STRADE QUOTIDIANE
IL CUORE BATTE FORTE
IL SENTIERO E’ QUI VICINO
HO VISTO LE SPURGHE
ROCCE SELVAGGE
UN SALTO NEL TEMPO
ANCORA PROFUMI DI VITA
LEGGERI FREMITI D’ALI
MAGICO SILENZIO
UN BAGLIORE FRA LE ROCCE
SUL CAMMINO
DISCRETE VOCI DI COMPAGNI
LA SPERANZA VA COSTRUITA
DA QUI SI RIPARTE
TOGLIERE ORPELLI
RECUPERARE FRATELLANZA
SEMINARE PRATICHE VIRTUOSE
CURARE IL DONO RICEVUTO
ETICO RESISTERE
OBRIGADO
SONO IN DEBITO
PENSO RITROVANDO LA LUCE
Trissino, aprile 2019
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LA GEOGRAFIA CONCRETA
Il giro PFAStour [prima tappa] è stato ideato da Alberto Peruffo e Davide Sandini su richiesta del Gruppo Escursioni Storico Umanitarie, contattati da Walter Fabris e Giorgio Spiller. Ad illustrarci la parte geologica il Prof. Dario Zampieri dell’Università di Padova e attivista, pure lui – come Alberto e Claudio – della redazione di PFAS.land.
Il percorso si staglia tra le Colline di Montecchio e la Valle dell’Agno, per giungere a Trissino, zona Valbona, devastata dall’inquinamento da Pfas e dalla Superstrada Pedemontana Veneta. Con l’occasione Alberto Peruffo ha presentato in anteprima il libro appena uscito, Non torneranno i prati. Storie e cronache esplosive di Pfas e Spannoveneti, Cierre Edizioni.
L’autore sottolinea questo concetto, alla base dell’escursione: «Non dobbiamo trascurare mai la forza rivoluzionaria e fondativa – di ogni civiltà – della geografia concreta: camminare insieme nei territori è non solo la base di partenza, ma l’unica soluzione oggi – la salvezza per i nostri luoghi devastati – per poter tornare a vivere bene nelle terre dove si vive. Una soluzione che deve diventare pratica quotidiana. Una forza rivoluzionaria se siamo seduti. Le relazioni tra i luoghi e le persone nascono, si realizzano, crescono, prolificano, come in nessun’altra disciplina. La geografia concreta dei luoghi, in cammino, parlandosi, dovrebbe essere materia obbligatoria non solo in tutte le scuole – almeno un’ora alla settimana – ma in tutte le famiglie e in tutte le relazioni umane. Non solo in natura, ma pure nelle città. Prima del Diritto. Prima dell’Educazione fisica. Prima dell’Educazione civica. Materie di per sé già astratte. Adoperiamoci. Non serve molto. Neppure i libri di testo. Di fronte all’evidenza dei nostri sensi. Distaccarsi dalla GEOGRAFIA, ancor prima della STORIA, significa morire. Poiché la geografia concreta è attenzione sui nostri passi. Che diventa memoria. Storia personale condivisa con chi ci è a fianco. Una memoria sensibile che non ha bisogno di troppe interpretazioni – di troppe Storie – per indicarci la direzione giusta. Anche un bimbo di pochi anni, che va alle elementari, intuisce che siamo passati dal paradiso all’inferno. Oggi, qui. Non serve spendere una sola parola per spiegarlo. È sufficiente la visione, l’odore, l’aria satura di profumo di terra delle Spurghe o il fetore di acidi presso la Poscola violentata dalla Miteni. E sono certo che di questo, di quel che si vede e si prova in prima persona, comunicato agli occhi del suo vicino, quel bimbo prenderà atto. Ribellandosi. Diventando un combattente civile».
CCC invita tutti gli amici alle prossime cir-conferenze – così l’hanno chiamate il Gruppo di Regia – previste per il 12 e 26 maggio sui monti di Schio per la rassegna TTT togliere-togliere-togliere.
Seguono le foto di Federico Bevilacqua, Gianfranco Timillero, Dario Zampieri [v. nome file per i singoli autori]. In calce alcuni video testimonianza girati da Massimo Marco Rossi, durante l’arrivo del gruppo presso la Valbona, per intercettare un presidio di compagni attivisti e cittadini che manifestavano contro la SPV e la devastazione del territorio.
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PEDEMONTANA ovvero SUICIDIO DEL TERRITORIO
video di Massimo Marco Rossi
con Mariangela, Dario Zampieri, Giorgio Spiller, Alberto Peruffo.
con Daniela Muraro, Claudio Lupo, Giovanni Fazio.
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Sotto, una foto di Giovanni Fazio (Cillsa) che ritrae il gruppo in arrivo, più i due manifesti della giornata.
ANTERSASS CASA EDITRICE | Montecchio Maggiore | VI
18 APRILE 2018
*NOTA EDITORIALE
Il testo è di Claudio Lupo, Medico ISDE e attivista storico della Valle dell’Agno, di Trissino, esperto di Psico Neuro Endocrino Immunologia, Medicina Fisiologica di Regolazione e Patologie Cognitive.
HYPERLINK
Sulla Fontana di Valbona, il contributo di Michele Santuliana >> https://casacibernetica.wordpress.com/2018/06/16/valbona-valbona-che-non-tornerai-cronaca-di-un-abominio-la-distruzione-del-territorio-e-delle-sue-tracce-piu-antiche-nel-veneto-contemporaneo/
Sul Disastro della Pedemontana >> https://disastropedemontanaveneta.wordpress.com/
Sul Disastro PFAS e il Leone di Vetroresina vicino alla Valbona >> https://pfasland.wordpress.com/2018/10/19/14-ottobre-la-regione-veneto-tra-autonomia-distruzione-del-territorio-simboli-inopportuni-e-limiti-pfas/
una piccola nota dalle nostre corrispondenze con ricercatori, sulla Geografia Concreta:
mi sembra poi che sia molto debole un altro aspetto psicologico che ha dato forza alla nostra lotta: la pratica della geografia concreta, non come appartenenza identitaria ad un luogo (la pseudo-identità propagandata dai leghisti, persone spaesate, alienate culturalmente, senza paese concreto), ma come conoscenza della terra in cui vivi e muori, una specie di riconciliazione con la fisicità dei nostri corpi e dei nostri territori, alienati dalle tecnologie e dall’addomesticamento a tutti i livelli, che hanno limato via empatie primitive e hanno devastato molto della nostra psiche e dei relativi condizionamenti
a.p.