MAXI PROCESSO PFAS | rinviati tutti a giudizio | È DIFFICILE CANTARE VITTORIA | A FIANCO di Marco Paolini | REPORT e altre sottolineature

Il giorno 26 aprile 2021 è una data storica per il movimento no pfas: tutti i 15 manager della Miteni sono rinviati a giudizio per tutti i capi d’accusa, ossia per reati dolosi, compiuti con volontà, nell’ipotesi omissiva, della mancata attivazione per evitarli, quindi di avvelenamento delle acque e disastro innominato aggravato, mediante recidivo inquinamento delle acque con il GenX e C6O4 e successiva bancarotta fraudolenta. Sulle corresponsabilità si aprono ora gli approfondimenti. Leggete i dossier di PFAS.land e tenete d’occhio il pronunciamento del TAR sugli Alimenti contro la Regione Veneto e pure la questione incenerimento Carboni Attivi presso la Chemviron di Legnago e alte aziende fuori regione. Dall’acqua all’aria, il problema non si risolve. Si sposta, magari omettendo ancora una volta il dovuto.

Segue il video delle due giornate del 25/26 aprile (riprese di Giacomo Peruffo) e il testo del 27 aprile di Alberto Peruffo, presente in aula, coordinatore-ideatore delle due giornate insieme con la redazione di PFAS.land e in collaborazione con tutte le forze del movimento no pfas + intervento/testo di Marco Paolini + lo speciale di Report Rai + altre sottolineature giornalistiche in progress.

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È DIFFICILE CANTARE VITTORIA. FACCIAMOLO…

È difficile cantare vittoria dopo la spannometria alfanumerica di oggi, di queste ore, giorni. Di questi mesi, anni.
In Veneto. Nel Veneto. Superdotato.

È difficile cantare vittoria di fronte a una sentenza di rinvio a giudizio quando in aula senti avvocati difensori degli imputati per crimine ambientale spacciare effetti tossico-nocivi sulla salute umana per “effetti indesiderati”. Negando di fatto tutti gli studi, anche quelli storici americani. Faranno bene il loro lavoro, ma come persone umane fanno paura, a livello intestinale. Letteralmente. Rivoltare lo stomaco.

È difficile cantare vittoria quando senti gli stessi avvocati argomentare sul “capro espiatorio” Miteni sapendo che non hanno tutti i torti nel dire che chi sta tra le parti civili, oggi, dovrebbe sedere tra le parti imputate. Credo si riferissero alle istituzioni che non hanno normato, anzi, hanno pure permesso e non hanno controllato. Credo avessero letto bene le nostre inchieste sulle corresponsabilità da addebitare alle dirigenze della Regione Veneto, firmatarie delle AIA, e agli stessi sindaci che con gli acquedotti hanno fornito acqua alla popolazione, spacciandola per oligominerale, filtrando l’acqua come si deve solo in “zona referendaria”. L’acqua plebiscitaria.

È difficile cantare vittoria quando senti che i PM hanno tradotto un documento fondamentale con google translate. Potevano chiedere a noi se lo Stato non ha fondi a sufficienza perché i passati e futuri Ministri della Passerella Ecologica hanno investito una Santa Barbara di soldi pubblici in armi e altre minuzie fossili. O fossilizzanti. Già, tendono a fossilizzare, a monumentalizzare, a trasmigrare significati da ogni cosa, anche dall’ecologia, come dimostra il Leone di Plastica di Trissino, il monumento all’idiozia – leggesi idiosincrasia – veneta. Come si fa a piantare un leone farlocco nel luogo del crimine ecologico? Come si fa ad annunciare bonifiche imminenti manipolando brava gente e secretando documenti? Ogni giorno.

È difficile cantare vittoria quando alla sera ti siedi esausto con la famiglia, a cena, quasi contento, ma ti chiamano al telefono e ti giunge l’articolo di Marco Milioni che ti parla di analisi del sangue “blindate” dalla Regione Veneto, e tu le colleghi alle analisi degli alimenti vietate dalla stessa, sconfessata dal Tar una settimana fa e poi apri la tv per vedere la trasmissione di Sigfrido Ranucci sulla gestione del Covid delle stesse autorità venete e ti dicono in parole povere che Zaia ha sulla coscienza 2000 morti in saldo-surplus perché ha cacciato Crisanti, e la Russo – la stessa degli alimenti e del sangue – una donna, io credo, un tempo in gamba, caduta vittima del sistema – ci racconta di assurde trasmigrazioni spannometriche di dati e di tamponi nel colmo della pandemia. Senza contare che Report non cita l’endorsement di Immuni, l’App dei primati. Con la p maiuscola. Primati Veneti.

È difficile cantare vittoria di fronte ai Giornalettini degli Industriali – vedi articoli di ieri, di oggi, di domani (tra cui il tardofascista GdV che pubblica oggi tra i necrologi Mussolini) – e a giornalisti e fotografi in cerca di scoop mediatici. Ti domandi dove finisce lo spettacolo, il protagonismo, il “surrealismo” di salviniana memoria, il nostro dolore e la nostra gioia – legittimi – ma facili prede di fronte alla reale carneficina sottratta dagli occhi invadenti delle videocamere, bloccati su rapidi passaggi da rotocalco, ciechi su ciò che veramente conta. Uno scontro mediatico dove abbiamo scoperto compagni/e di lotta straordinari/e. Giornalisti e giornaliste d’altri tempi.

Così passi una notte da incubo. La mattina ti svegli e la prima cosa che emerge dall’inconscio notturno sono le parole mutilate del poeta Ernesto Calzavara. Mutilate dai fatti sentiti e accaduti, mescolate ai ricordi sonori del giorno prima e che potrebbero comporsi così:

i crompa la casa, e la casa xe voda
i copa la gente, e no i dixe mai gnente
ma i la sc-ionfa la casa, i la struca e la ingorga
la ingorga de robe

i va fora a laorar e i va fora a magnar
i cura el jardin e i cura el pansin
i varda le done e i se tira le braghe
la xe tuta ’na roda

i torna nea casa e… la casa xe voda.


È difficile cantare vittoria dopo una sentenza importante, storica, che ha certamente un valore enorme dopo anni di lotta, è difficile perché tutto questo sistema non regge più e ci siamo ancora dentro fino al collo.
A meno che…

A meno che non torni un po’ di insubordinazione e poesia.
Altro che ampolle celtiche dal Po, ma beute tardovenete dal Fratta-Gorzone, dalla Poscola e dal Retrone.

Da far vedere e bere a chi ancora dorme o nega o acconsente.
Questo è il significato di queste due giorni. 

Vi lascio con queste splendide immagini di coscienza civile e di cittadinanza attiva.
La nostra unica speranza, «attraversare i territori, unire le lotte».
Far risorgere la poesia.
Quello che ci manca, quello che ci hanno tolto, quello che ci hanno rubato.
I veneti a spanne.

Un caro saluto e un infinito ringraziamento a tutto questo splendido movimento.
a_

Montecchio Maggiore, 27 aprile 2021

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Il testo/intervento di Marco Paolini per le nostre giornate.

A FIANCO

Dicono che sia il davanti a sopportare il peso della distanza,
un metro di distanza, un metro è tanto:
niente abbracci, niente mani, niente struconi e basi
e se ogni tanto per sbaglio ci si sfiora o peso
si diventa vergognosi come dopo un peto un rutto.
Toccarsi adesso è un attentato, un vulnus, un segno di demenza.

Davanti ad un metro di distanza,
in fila dietro sempre a un metro,
il davanti e il dietro protagonisti di questa storia Covid
si sono presi la scena.
E il fianco?
A me manca stare a fianco
(… in piedi, non distesi sul bagnasciuga, non seduti come al cine, a teatro, a scuola, in treno o in una sala d’aspetto…).
Star davanti al pubblico a un attore manca,
ma di più mi manca camminare di fianco,
tacere di fianco,
cantare di fianco,
lottare a fianco,
imparare di fianco a chi non pensa solo alla sua categoria, alla sua vita
e gli basta solo che tutto torni come prima.
A me non basta e non solo il solo per fortuna.
Da soli non si va lontano.
Forse si arriva fino in piazza, perfino in gita distante distante, fino in America o a Jesolo….
Da soli si fa carriera ma si sta fermi.

Siamo animali sociali ma disobbedienti, disobbedienti civili.
Siamo fragili, vulnerabili, ma non accomodanti.
Siamo anche tenaci e capaci.
Nessuna di queste virtù basta a uno solo,
chi non ha altri al proprio fianco è fermo.
Il fianco conta, in un mondo di contatti davanti a uno schermo conta ancora sentire qualcuno di fianco.

Sono al vostro fianco nella battaglia contro il Pfass,
in nome del futuro di ogni specie vivente.

Marco Paolini
25 aprile 2021

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SERVIZIO DI REPORT RAI 3

https://www.raiplay.it/video/2021/04/Inquinamento-pfas-in-Veneto-a-processo-manager-azienda-Miteni-6830a351-42f7-486e-b39f-3bbe5f6b5143.html

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SOTTOLINEATURE [in progress]

La prima sottolineatura, a cura di Laura Fazzini, su Osservatorio Diritti.
«Vogliamo sapere chi ci ha fatto bere acqua contaminata, vogliamo liberarci dai Pfas» – Patrizia Zuccato.
>> https://www.osservatoriodiritti.it/2021/04/28/pfas-veneto-storia-miteni-azienda-processo/

La seconda sottolineatura, a cura di Chiara D’Ambros, su Report Rai Play.
«Attraversare i territori, unire le lotte» – Alberto Peruffo.
>> https://www.raiplay.it/video/2021/04/Inquinamento-pfas-in-Veneto-a-processo-manager-azienda-Miteni-6830a351-42f7-486e-b39f-3bbe5f6b5143.html

La terza sottolineatura, a cura di Francesca Romana Ceci e Massimo Giraldi, su Che giorno è Radio Rai 1.
«Ha fatto molto male parlare di effetti indesiderati» – Michela Zamboni.
>> https://www.raiplayradio.it/audio/2021/04/CHE-GIORNO-E

La quarta sottolineatura, a cura di Marco di Radio Onda d’Urto.
«Una delle difficoltà più importanti del futuro processo sarà quello di accertare le corresponsabilità» – Alberto Peruffo.
>> https://www.radiondadurto.org/2021/04/28/storie-e-cronache-esplosive-di-pfas-e-spannoveneti-intervista-a-alberto-peruffo/

La quinta sottolineatura, a cura di Francesco Maule per il suo canale video BiciSofia.
«Un prezioso documento video che ci accompagna dalle terre violate dalla Superstrada Pedemontana Veneta nei pressi della Miteni, alla risorgive del Retrone, per giungere davanti al Tribunale, dopo aver reso omaggio ai Fiori Partigiani di Vicenza. Molto suggestive le testimonianze video degli attivisti»
>> https://www.youtube.com/watch?v=qaHhIIdio0Q

La sesta sottolineatura, a cura di Marco Milioni per Vicenza Today.
«Mentre a Borgo Berga arriva il rinvio a giudizio per gli indagati nell’ambito dell’affaire Miteni, gli ambientalisti mettono la Regione sulla graticola: “non ci fanno fare” i prelievi per quantificare la contaminazione “del sangue”. Nel frattempo fioccano i dubbi sulla bonifica e si parla anche di azioni civili contro eventuali carenze “in vigilando” da parte gli enti pubblici».
>> https://www.vicenzatoday.it/attualita/pfas-sit-in-analisi-sangue-processo-rinvio-giudizio-26-aprile-2021.html

Una delle foto di gruppo del 26 aprile, usciti dal Tribunale dopo la sentenza, con
Alberto Peruffo e Piergiorgio Boscagin, a terra, con dietro Patrizia Zuccato e Michela Zamboni (Mamme No Pfas),
gli avvocati Matteo Ceruti ed Enrico Varali,
l’attivista politica vicentina Valentina Dovigo e altri attivisti

Nel link sotto l’articolo con la Galleria di Federico Bevilacqua e tutta la documentazione video/foto/sottolineature aggiornata al 10 maggio 2021.

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