Fino al 10 aprile 2016 | Nuova Galleria Civica Montecchio Maggiore
Sabato e domenica dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 16 alle 19, con un’apertura straordinaria il 28 marzo, lunedì di Pasquetta.
I “ritratti” di Riccardo Curti
di Resy Amaglio
La stagione espositiva 2016 della Nuova Galleria Civica di Montecchio Maggiore si è aperta con la mostra La voce del silenzio, dedicata a Riccardo Curti per la cura di Giuliano Menato.
L’inaugurazione s’è svolta alla presenza di un pubblico particolarmente numeroso di amici, estimatori ed esperti d’arte; Curti, montecchiano, è infatti noto ben oltre la cerchia locale.
Il titolo dato all’esposizione sintetizza perfettamente il carattere della creatività di questo autore, il quale del silenzio sembra aver fatto un preciso ambito spaziale dove lasciar apparire in forme visibili la sostanza del proprio lavoro, sviluppandone il senso lungo una linea espressiva di armoniche sequenze, in un coerente crescendo di leggere variazioni.
Ogni creazione segna un passaggio evolutivo del pensiero che sta alla base e qualifica il suo operato, imperniato peculiarmente sul legame tra l’idea della realtà, compresa l’immagine che l’artista ha di sé, e la sua rappresentazione: il tutto all’interno del concetto stesso di espressione d’arte, capace di accogliere e decantare impulsi e pensieri, per trasmetterli nelle strutture proprie del linguaggio visivo. Ne nasce una pittura rarefatta, in cui ogni dettaglio concorre a creare un’atmosfera astratta e insieme fortemente evocativa.
Sono astrazione i “paesaggi” in idropittura e smalti, articolati in alternanze cromatiche soffuse di luce tenue, vaghi riferimenti ad un vedutismo veneto seduttivo ieri come oggi e qualunque sia la soluzione formale prescelta per esprimerlo. E ancora astrazione sono le varie fasce verticali dai colori pacati stesi a pennellate scarne che caratterizzano le creazioni più significative, nelle quali l’artista intesse il gioco ambiguo tra la propria immagine ideale e la sua proiezione sulla tela, facendo emergere dagli spiragli di questa sorta di sipario l’abbozzo di un volto. Nella nitida impalcatura del quadro, l’intreccio accorto tra pittura e segno va così ritmando impressioni e suggestioni inaspettate.
Il criptico autoritratto appena suggerito non intacca certo la qualità astratta dell’opera, come efficacemente sostenuto dallo stesso curatore. Ne avvalora piuttosto il portato complessivo, aprendosi anche alla lettura sul piano della percezione, del problematico rapporto di consapevolezza che ciascuno di noi instaura con tutto ciò che ci circonda e appare, ad iniziare dal primo oggetto della nostra indagine, l’immagine di noi stessi.
Riccardo Curti ne offre semplicemente l’avvio, in maniera implicita e comunque affascinante: il suo silenzio esige un ascolto partecipato.
17 marzo 2016
Giuliano Menato, Riccardo Curti e Resy Amaglio hanno partecipato ai lavori della CCC fin dagli esordi.
Grazie della bella pagina. Resy