LA PONTIDA FALLITA. GIORNO DI MACCHIA A MONTECCHIO. UN PENSIERO POLITICO

21 giugno 2024

LA PONTIDA FALLITA. GIORNO DI MACCHIA A MONTECCHIO. UN PENSIERO POLITICO

Montecchio come Pontida? Questo è il problema.
È sera tardi.
Avrei voluto scendere dal campanile con la bandiera tricolore in mano.
Con mio figlio, eravamo pronti, corde doppie alla mano.
Ma Vescovo e Digos ci hanno bloccato.
Meglio così, c’erano quattro gatti, rispetto agli annunci.

Ho visto molti amici e nemici – si fa per dire, sempre persone rispettabili erano – morti, o morire, di tumore.
Altri si sono suicidati. Vedi Vitaliano, che salutai l’ultima volta internato all’Ospedale Psichiatrico di Montecchio. 
Altri sono stati addomesticati. Vedi parte del movimento no pfas.
Ho visto troppo per tacere.
Per non agire.

L’infamia simbolica che Montecchio avrebbe potuto ricevere oggi con la festa dell’autonomia fascio-leghista (scusate il termine, ma è per amor di precisione e di terminologia storica, ricordando le affermazioni incivili, razziste, di Borghezio e Calderoli, ampiamente documentate) sarebbe stata una macchia indelebile per la storia del paese. Parola del pronipote di Rinaldo Menato – primo rappresentante del popolo libero, nella rinata Giunta Municipale, dopo la liberazione nazifascista – nell’aprile del 1945. Con una montagna di libri di storia locale. Alla mano, come le corde, per agire.

Quella approvata con sotterfugi in Parlamento, i giorni scorsi, non è l’autonomia cooperativa, dei territori, illuminati dalla fratellanza e dalla sorellanza tra le Regioni, promossa dalla Costituzione, ma è l’autonomia a spanne, differenziata per scopi di profitto, pseudoidentitaria, voluta da politici di supposta e desiderata origine celtica, o “su” di lì (ovviamente direzione Nord, secondo costoro, e non Sud-Est, come invece sono attestati gli antichi Veneti, piuttosto anatolici, quindi turco-asiatici, ovvero “terroni” del Mar Nero). 

È l’autonomia dei leghisti con la testa fasciata. Da origini inventate o manipolate. Con la spada longobarda in mano. Che del Veneto – o della Lombardia, sacrificate – non conoscono nulla. Né tradizioni, né geografie. È l’autonomia di pseudocittadini che non sanno riconoscere neppure i morti, le cause, tra i vicini di casa, nelle loro case. Tra i paesi limitrofi. Amici. È l’autonomia degli sciocchi che da decenni bevono acqua contaminata, o respirano aria mefitica, senza fiatare, per morire super curati e spennati, nel finto benessere di queste valli del fu mitico Nordest, al tramonto. Abbandonato dai giovani. Per colpa – responsabilità politica – degli amministratori, della loro incultura storica e politica, della politica cieca di questa Regione. Dei loro padri. Che ora avranno – sperano – ancora più risorse e denari da far girare nelle loro cerchie differenziate, clientelari. Dimenticando gli scarti che portano nel sud del mondo. O della Regione. Come a Legnago. 

Se volete certificare questo tentativo di infamia – la vostra complicità, che comunque rimarrà tale anche senza il vostro certificato – domenica e lunedì votate la responsabile politica di questo oltraggio al paese, al simbolo marciano divenuto fascista, Milena Cecchetto, pedina del citato sotterfugio politico. Che avrebbe voluto che Montecchio fosse la nuova Pontida. Votatela, così avrete le mani sporche di un ricordo che si voleva diventasse storia e resterà invece relegato nelle appendici insignificanti, come cronaca di un fallimento.  

Se volete invece evitare queste macchie in futuro, con un controcertificato, turandovi il naso, visto le parti in gioco, votate il contrario. Così da rispedire al mittente ciò che resterà comunque un’onta per il paese. Un’onta neppure pura, politicamente, perché strumentale, ad uso elettorale, quindi spuria. Obliqua, diagonale, da destra a sinistra, avendo la falsa autonomia ottenebrato tutti. Nel paese che negli anni è divenuto simbolo delle “zone di sacrificio ad alto reddito”. Dove la civiltà politica ha ucciso se stessa.

Per un pugno di mosche. 
Per un pugno di voti.
E di falsi leoni.
Piantati come simboli spenti nelle rotatorie di territori divenuti invivibili.

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POST SCRIPTUM del 22 giugno

PS Ieri la piazza, se si esclude i 4 gatti di parte, era vuota di montecchiani, del paese vero, che ringrazio. Perché? Perché non corrisponde ai fatti che il 98% dei Veneti ha voluto e votato nel 2017 questa falsa autonomia (senza fondamento né teorico né pratico, poiché senza requisiti e senza fondi economici di garanzia), con un referendum che è costato 14 milioni di euro (1 milione e 200.000 solo di propaganda politica pagate dalla stessa Regione promotrice), bensì il 55%, con quasi 2 milioni di veneti che si sono astenuti o hanno votato contro. D’altra parte, di fronte alla manipolazione di massa, ancora in atto, cosa si poteva fare di più, quando gli stessi contrari/astenuti (il 45%) inconsapevolmente o involontariamente hanno partecipato alle spese di propaganda del referendum che non hanno voluto, tanto quanto quelli che ne sono rimasti incantati (tra questi ultimi sicuramente più del 10% del 55% a favore, che fa la differenza per raggiungere la maggioranza), incantati senza conoscere e implementare la storia delle autonomie regionali (già previste in Costituzione) e senza pretendere la fine delle autonomie speciali (scorie del passato nazionalista). Questo era il passo in avanti delle autonomie e dei territori. E cosa si può fare oggi se non dire le cose come sono e come stanno, numeri alla mano? Io credo – di fronte all’omertà e alla manipolazione diffusa in questa piazza – che non valga più la pena spendere idee ed energie per questo paese – Montecchio Minore, di fatto – quando su temi prioritari per la salute tace, come la bonifica della Miteni, lo sversamento della FIS, la soglia limite dei PFAS raggiunta negli acquedotti secondo gli ultimi dati di febbraio forniti da Acque del Chiampo nelle bollette che nessuno legge. Ci hanno avvelenato fisicamente e politicamente. E vorrebbero pure fare festa. Come si fa ad accettare sul palco Zaia a Montecchio che è “responsabile politico” della contaminazione dei vostri figli, in atto nel momento in cui parla, non avendo ancora bonificato la Miteni e “avendo sottratto” alla popolazione dati sulla salute, alimenti, sangue (rapporto ONU 2022)? State tradendo il vostro sangue, proprio voi che ne siete succubi, e avvelenati pure. Dalle ideologie del sangue. Sbandierate un Leone di pace rubato dalla Lega razzista.

PPSS Lo dico ai cittadini di Montecchio: siamo di fronte a dei manipolatori seriali. Che fanno vittime sacrificali tra gli stessi politici, i quali, possono avere anche passione e buone intenzioni, ma scarse qualità politiche, come la Cecchetto, donna incoerente, dal bellissimo sorriso e zero risultati in Regione (non esiste una interrogazione o una istanza memorabile, che sia una, in tutto il suo operato). Cecchetto che anni fa bastonava i migranti con delibere razziste e oggi va con loro (i nuovi schiavi del Nordest) al bar, non per simpatia o empatia, ma solo per racattare voti, visto che pure i suoi (come i compari delle sinistre qualunquiste) sono un covo di traditori e di contraddizioni. Se questa è la politica, oggi siamo al funerale. E non mi si venga a dire che certi sindaci vivono il paese e frequentano i negozi di vicinato. In 20 anni, la mia libreria di San Pietro, quartiere storico deserto, Corso Matteotti, con decine di negozi chiusi, senza neppure un bar normale, la Cecchetto o altri pseudosindaci, non hanno mai messo piede (mai! e qui sono passati come interlocutori Messner, Battiato, Meneghello, Letizia Battaglia, Luisa Muraro… solo per fare qualche nome, non di macchiette del mercato culturale politico, di destra o di sinistra). Ecco perché il paese muore. Nel mentre si sono celebrati ieri i preliminari dei suoi funerali simbolici. Se fossimo diventati o se diventeremo la nuova Pontida. Sotto la bandiera manipolata di San Marco. 

PPPSSS Cosa resterà nella memoria di Montecchio ai posteri, oltre ai disastri ambientali, ai due castelli scaligeri destoricizzati e a un’economia di semplice passaggio e sfruttamento? Neppure la memoria dei Ceccato. Allego nel primo commento sotto, tanto per dare conferma a quanto scritto, il recentissimo buco di questi autonomisti a spanne, solo per la SPV: 46 milioni di euro sottratti al bilancio regionale, alle comunità. In un anno. Con gallerie che fanno acqua a pochi mesi dalla inaugurazione. Grazie a Zaia, presente in piazza. A certificare l’autonomia dei distruttori. Povera patria, anche per chi non è un patriota e ama le madri. Lo scrivo soprattutto per i giovani che pensano di restare. Volete che Montecchio sia ricordata come Pontida? Allego per la loro giovane memoria la foto in Piazza del Municipio nel 2010 (quella in b/n) quando con Bepi De Marzi (l’autore del Signore delle Cime, non delle ciminiere, anche se una l’ha “assaltata” con Paolo Rumiz… e c, nda) rispedimmo al mittente – la nuova Sindaco Cecchetto – le sue delibere razziste. La Cecchetto non appartiene a questo paese! A Montecchio. Mai vista nei fatti e nelle cose (nelle foto di piazza) che veramente hanno fatto la storia di questo difficile paese, a partire dalla reazione alla più grande contaminazione chimica delle acque dell’intera storia d’Europa – studiata oggi, anche la reazione, dalle università di tutta Europa e degli Stati Uniti, dove io stesso ad agosto andrò a testimoniare – reazione iniziata quando lei era al potere, da lei stessa messa sotto il tappeto durante tutto il suo operato. E dei suoi compari, diagonali. Mai vista la Cecchetto a una manifestazione contro la contaminazione. Diversamente dall’attuale Sindaca di Arzignano, dello stesso partito, ma molto più coerente e coraggiosa. Rifiutò nel 2017 la presenza al Cinema di San Pietro strapieno di gente, di Montecchiani, nonostante l’invito formale controfirmato da noi, da più di cento famiglie, genitori, preoccupati per i loro figli. Quell’assenza oggi è la discriminante numero uno, per chi è indeciso se andare o non andare a votare. Il voto è la discriminante per cacciare chi non ha voluto la salute dei vostri figli. E di voi giovani, assopiti.

>> Ad memorandum finale ricordo le parole che ci scrisse il Maestro Bepi De Marzi, poco dopo, il poeta cantore delle nostre acque, nel maggio 2017: «Ma qui da noi, con le falde avvelenate, con i ruscelli e i piccoli torrenti ridotti a conduttori di morte, finisce la civiltà, muore la speranza, si cancella la storia per sempre. Non votiamoli più, questi predoni!»

Alberto Peruffo
Montecchio Maggiore, 21/22 giugno 2024

[foto copyright Festival della Lessinia 2019]

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