TANTE VOLTE NEL FANGO… ANIMA FORTE
Fango, grande bagliore, tremare, camminato, luce, vento, sole, campi, neve recente, vampa finale!
Fango e Bright-luce. FB.
Da Spooon River una poesia di Edgar Lee Masters – letta la notte prima – per lasciare questa pagina di FB a se stessa. Agli amici risponderò in privato.
Alla prox e grz a tutti i partecipanti, sia in rete, sia sul campo.
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Avete mai visto un alligatore
uscire all’aria dal fango,
fissando senza sguardo il grande bagliore del pomeriggio?
Avete mai visto i cavalli in scuderia, la notte,
tremare e ritrarsi alla luce di una lanterna?
Avete mai camminato nell’oscurità
e poi una porta ignota vi si è aperta innanzi
lasciandovi, pareva, alla luce di mille candele
di cera finissima?
Avete mai camminato col vento nelle orecchie
e intorno la luce del sole
che improvvisamente splendeva di un segreto fulgore?
Tante volte dal fango,
davanti a tante porte di luce,
per sterminati campi di fulgori,
che intorno ai tuoi passi un tacito alone irradia
come neve recente,
tu andrai attraverso la terra, o anima forte,
e attraverso innumerevoli cieli,
verso la vampa finale!
Foto di Rita Gonella tratta dalla Galleria di VERGOGNA. VICENZA PATRIMONIO VERGOGNOSO DELL’UNESCO
POST OPERA per gli amici che mi domandavano del M-FLUXUS
«Il flusso? Il fumo?
Avete presente l’incenso nel rito funebre cristiano o nella ritualità pagana? È una preghiera. Un linguaggio arcaico e universale. Più che mai contemporaneo su di una base di morte. È un lamento di vergogna e dolore. Un crying shame come ha scritto un’amica americana che vive qui da trent’anni.
Per noi è una preghiera della terra e delle persone. […]
È un’opera di flusso. Organico. Una vera opera-azione, costruita con mesi di relazioni a tutti livelli (dagli uffici – al plurale – della questura al contadino-proprietario dei campi, passando per decine di persone dei movimenti), ipotizzando un percorso, una configurazione, sia per l’opera nel suo fatto geo-grafico, sia per la città e gli amici che vi partecipano. […]
Sai cos’è la forza dal punto di vista concettuale, artistico, che interessa a voi? Sul piano estetico ed etico? Che l’estetica, indubbia e meditata, sparisce in pochi minuti, e resta l’etica. La formulazione. Scompare la parte estetica – un semplice escamotage, effetto, per attirare i sensi – e rimane la parte etica. Il percorso, la memoria di quanto fatto. Dentro di noi. E questo serve per andare avanti nella nostra lotta, ricerca.
Il resto, l’estetica non di flusso, l’apparenza diventata solida, lo spettacolo e gli spettatori, i giornalisti e la stampa servile, è roba da mercanti. O no?! 🙂 »
Da un dialogo dell’autore con un paio di amici artisti classicamente in(o de?)-formati poche ore prima dell’azione e qualche ora dopo.
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