Quando la cultura fa paura,
ti chiama la Questura.
Culturale.
Di “alto profilo”, dichiarano.
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Di seguito – per spiegare e documentare com’è andata, a porte chiuse e a porte aperte – allego la lettera inviata alla Sig. ra Francesca Riccio, Architetto Direttore Coordinatore presso l’Ufficio Patrimonio Mondiale Unesco (Ministero per i beni e le attività culturali) e il Brogliaccio Vergogna Unesco che vi consigliamo di leggere (e di divulgare) e che la Signora Riccio metterà ufficialmente agli Atti dell’Ufficio Unesco dopo la nostra consegna a mano durante l’incontro “sorvegliato”: contiene la straordinaria testimonianza di voci di cittadini di Vicenza in merito alla situazione patrimonio culturale della città.
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come detto ieri a parole nell’incontro privato, scortato dalla Digos, come fossi un “terrrorista”, mediante le armi della cultura, lavoreremo per il Paragrafo 172 e per le buffer zones.
Non c’è alternativa, Vicenza uscirà dall’UNESCO. Se i principi valgono qualcosa.
Il Suo imbarazzo a parlarne in Sala, di quel paragrafo, disatteso da chi di dovere, il Sindaco di Vicenza, era un sano imbarazzo, di chi parla con passione sapendo che è nel posto sbagliato. Specie dopo il nostro incontro a porte chiuse, prima del Seminario.
Variati, che non c’era in Sala – si chieda come mai, nonostante fosse annunciato dai comunicati stampa e che il pubblico affluisca a un Alto Seminario per ascoltare i relatori annunciati -, il Sindaco di Vicenza, è ridicolo nello scriverle quell’inutile elenco di cose fatte per la salvaguardia Unesco! La sua ipocrisia – non corrispondenza ai fatti – è data dal fatto più eclatante. Nel 2008 strappò il patrocinio comunale – già accordato e stampato nei manifesti – alla Conferenza Unesco con il fior fiore degli esperti di diritto-urbanistica-buffer zones, in ambito Unesco: Papisca, Patassini, Lenzerini. A quel tempo Vicenza si poteva salvare dalla deriva militare. E la nostra conferenza non era un seminario come quello di ieri dove tutti ringraziavano qualcuno… e io, confuso, salivo le scale di Palazzo Longare Bonin accompagnato dalla Digos. Mi sono chiesto, dopo aver parlato con Lei, chi tra i presenti avesse avuto un contatto diretto con la Presidenza Unesco sulla questione Vicenza? Nessuno. Neppure Lei. Perciò, quella lettera di propaganda elettorale inviatole e resa pubblica da Variati è meglio che sia letta per quello che è. Propaganda. Guardi lo iato tra il 2008 e il 2012, con l’ultima mostra in Basilica che sembra salvare tutto.
Che schifo (skihujan) fanno certe cose. Essere accompagnato a un seminario culturale – questo il mio sentimento salendo le scale del Palazzo scortato dalla Digos – come un terrrorista, annunciato. Parlare con Lei a porte chiuse sotto gli occhi di un manipolo di “osservatori”, allertati. Non vedere in Sala il Sindaco di Vicenza. Assistere a una propaganda aziendale, dopo aver letto quella elettorale di Variati. Sentire il Sindaco di Assisi, il tale Claudio Ricci, che alla mia fisica esposizione della gigantografia della base militare, a fine Seminario, non si degna nemmeno di guardarla, alza gli occhi al cielo e dice con il sorriso di un beffardo santo assolutore: «Mi spiace, sono cose che arrivano dall’alto ed erano già state decise». Amen. Come un vescovo della cultura. Si rende conto della gravità? Che indecenza! Che un sindaco della Città della Pace, Assisi, ti dia una risposta del genere! Di fronte a un abominio della guerra. Come fossero quattro lottizzazioni che sfregiano un paesaggio tutelato. Questo gli ho detto, aggiungendo, sdegnato: «Avrebbe potuto dirmi… è una questione delicata, complessa, sulla quale mi riservo, devo capire, vedere…» – Come ha fatto Lei, Signora Riccio. Lei almeno ci proverà a capire. Tutto mi sarei aspettato, ma non queste parole – una liquidazione assolutoria – dal Sindaco di Assisi, Città di Pace, presidente dei Siti e dei Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco. La stessa con cui i piccoli Sindaci di Vicenza, Hullweck e Variati, si sono lavati le mani – e raccolto voti il secondo – vendendo una Città patrimonio Unesco alle grandi logiche dei partiti e del potere. Commesse in cambio di basi. Nel 2008 si poteva fare qualcosa, non silenziare la Conferenza Unesco. Sì, questa, caro Sindaco di Assisi, è la vera discesa dall’alto. Quella delle economie servili, al grande potere, l’economia di guerra, sostenuta da tutti i partiti che ci hanno governato. Servi! Se così è, Ricci, non meriti di essere sindaco di una città che è il simbolo della pace. Come Variati di una città che dovrebbe essere simbolo italiano dell’Unesco. Dovrebbe. Perché tra un po’ non lo sarà più. Almeno, e di già, nelle nostre coscienze.
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Le auguro buon lavoro nel suo tranquillo Ufficio Unesco di Periferia.
Ora non più.
Spero.
Ritornerò a Parigi. Nel cuore.
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Ringraziandola per il prezioso incontri di ieri.
Alberto Peruffo
Promotore istanza VICENZA OUT OF UNESCO
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ALLEGATI

Le allego – come accordi – il PDF digitale della copia cartacea consegnata a mano della straordinaria narrazione civile dei cittadini di Vicenza in occasione dell’8 dicembre, Brogliaccio da mettere agli atti del Vostro Ufficio e che sarà consegnato personalmente alla Presidenza Unesco di Parigi in data che comunicheremo.
BrogliaccioUnescosenzacognomi [pdf ]
Questa testimonianza ha più valore di mille firme, lettere, conferenze, seminari. La farei leggere in tutte le scuole d’Italia con monumenti Unesco, non solo a Vicenza. Inoltre guardi le foto di questo link per vedere cosa appare dietro la Basilica Palladiana: non quattro lottizzazzioni di quartiere – come insinuato da un’industriale presente in sala, parlando di Castelfranco – ma una città nella città. Mostri questo mostro, queste foto, a Ricci: forse capirà che differenza c’è tra costruire pace e costruire guerra. E se l’impatto visivo Le disgusterà l’occhio, s’immagini quale disgusto provocherà sul lungo andare l’impatto culturale. In una città Unesco. Dresda è uscita dalla WHL per un ponte di cemento che inquinava lo sguardo. Certo, siamo in Italia, ma vorrà convenire con noi che Vicenza potrà uscire per 1000 volte 1000 l’effetto di un singolo ponte? Un ponte che voleva unire gente e che qui – spezzato e moltiplicato – separa galassie. La guerra e la pace.
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