VICENZA SI SOLLEVA? | A Borgo Berga i mostri parlano | DARIO FO muore e avvisa

Dal rapporto ICOMOS-UNESCO (traduzione U4V al momento presente qui):

BORGO BERGA «La scala dello sviluppo già completato è enorme: il nuovo complesso comprende oltre al già esistente edificio massiccio del tribunale, 6 ampi edifici multipiano (6-8) che hanno completamente saturato il piccolo isolotto fluviale che è parte del lotto edificato, con un incremento sostanziale del volume costruito e dell’altezza se confrontato con il precedente complesso manifatturiero. […]

Non è chiaro a ICOMOS come il citato architetto del paesaggio abbia contribuito al progetto, considerato che lo sviluppo dell’area è stato completamente saturato di alti edifici. […]  Sia il paesaggio e sia questo marginale periferico tessuto edificato sono stati sostanzialmente, in maniera avversa e permanente, impattati da questo complesso esagerato, di carattere urbano e con una impostazione aliena alla zona circostante. ICOMOS inoltre osserva che le prescrizioni della Soprintendenza non sono state mantenute, poiché nulla del complesso iniziale rimane nell’area.

ICOMOS osserva che nessuna documentazione visiva è stata fornita dei possibili impatti di questo complesso edificato dalla prospettiva visiva dalle ville palladiane situate su Monte Berico e localizzate a circa 500 metri dal nuovo complesso, o dai monumenti all’interno della città localizzati a distanza inferiore di 1 km in linea d’aria. Di conseguenza le ostruzioni visive nel panorama di alcune delle componenti e caratteristiche che esprimono l’Eccezionale Valore Universale del Patrimonio sono piuttosto certe, ma non si conosce la loro portata a questo stadio. […]

La riconversione del Cotonificio Cotorossi ha già eroso i valori della cornice paesaggistica di Vicenza e delle ville localizzate nelle sue vicinanze, mentre la costruzione della base militare nel sito del Dal Molin sembra abbia incontrato una forte opposizione dalla cittadinanza e ha inoltre lasciato un senso di sfiducia nelle istituzioni locali-nazionali e internazionali a livello della comunità.

Tra sabato 8 ottobre e domenica 9 ottobre è iniziato il tour della campagna #vicenzasisolleva lanciata nel sito nodalmolin.it >> leggi i dettagli, che ha visto l’occupazione di Borgo Berga. Alberto Peruffo, raccogliendo le foto, in rete, ha scritto:

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Un passaggio su FB di Occupy Borgo Berga.

Che Vicenza si sollevi per davvero dopo essere stata stuprata dalla Base Dal Molin, da Borgo Berga, dallo scandalo Banca Popolare di Vicenza e da mille altre facezie come le recenti prese in giro “partecipative” della TAV e del cosiddetto Parco della Pace?

È difficile crederlo, specie se si ricordano le parole di Dario Fo, che ieri, 13 ottobre ci ha lasciato. Nella sua commedia “politicamente” più famosa declamava a gran voce: «Lo scandalo è il concime, lo sterco concimante, della socialdemocrazia. È l’antidoto contro la presa di coscienza. Lo scandalo crea rigurgito, indignazione, fino al rutto liberatorio. È l’alkaseltzer della socialdemocrazia».

Anche da Borgo Berga è stato lanciato un segnale che può essere scambiato per un rigurgito fatto “dai cittadini”. Un rutto civile sopra ad un ecomostro illegale sotto indagine ICOMOS-UNESCO. Potrebbe essere.

Ma per noi non è così. Non lo è per tutti coloro che – da anni – continuano a lavorare dietro le quinte per scardinare i devastatori delle nostre terre, offendo contenuti e ricerca, facendo parlare con il linguaggio dell’arte e della cultura critica i loro mostri.

E continueranno a farlo.

Perciò: GO.GO.GO Bulgarov, compagno bonboniano, «tutto raggomitolato, comodo e al caldo, nel tepore della giacchetta americana, puzzolente di Grana Padano», esci sulla strada. Affronta i tuoi mostri.

E se Vicenza non si solleva, in parte sarà merito tuo.
Dopo i rutti, le caramelle.

[ap, 14 ottobre 2016]

MANIFESTAZIONE, ANFITEATRI, ARMI COMUNI E IL CONCIME DELLA SOCIALDEMOCRAZIA

Nel citare le parole di Dario Fo [qualche giorno fa, ndr] è curioso come lo scoperchiatore Vicensindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini d’Elci erutti la sua indignazione per l’Anfiteatro Berico Marittimo (sul quale non ha nessuna competenza amministrativa), trascurando, o meglio, oscurando, Borgo Berga (dove le competenze ce le ha), o peggio ancora, appena qualche giorno prima, lo stesso amministratore dispensi pensieri filosofici per introdurre la possibilità della legittimità della Fiera delle Armi, a Vicenza, mentre i “signori” affilano le “Armi Comuni”.

Ho partecipato al Seminario sulle ARMI COMUNI. Al mio fianco avevo Matteo Soccio. «Pensa, non più leggère, ma comuni! Come i beni!» – ho confidato al grande obiettore. L’inganno inizia sempre dai nomi. Invece, nell’introduzione dell’illustre dis-pensatore vicentino JBDE, il “contratto sociale” – semplificando il già suo semplicistico pensiero – giustifica la possibilità se non proprio dell’uso delle armi, delegato a terze parti, lo Stato (questore e prefetto presenti), perlomeno la possibilità della legittimità di una Fiera sulle Armi, innocenti. Comuni. Ovviamente in una Città della Pace che incrementa la Cultura, come si dichiara essere Vicenza, battezzata dall’UNESCO. Certo, una città sempre più in crescita di stronzate, armi comprese. È curioso, molto curioso, come questo Seminario sia passato sotto traccia – pure nell’Assemblea di ieri al Bocciodromo, dove ho appreso che nessuno c’era stato – come è molto eloquente l’enorme rutto liberatorio di JBDE per il pseudo-anfiteatro berico.

Nello scandalizzarsi di fronte a una baggianata clamorosa, fuori dal suo dominio ma che aveva l’appeal (= appiglio) UNESCO, nell’introdurre con pensieri filosofici la legittimità di una fiera poco attraente, il dis/pensatore in oggetto che si crede saggio e indignabile governatore, non si rende conto di quanto sia egli stesso governato dal sistema di cui vorrebbe essere il protagonista, anche nel cambiamento. Che sia veramente un OBI? Onesto e ingenuo? Difficile trovare risposta.

Per questo è necessario scendere in piazza sabato 29 ottobre, alle ore 16, in occasione del rinnovo della concessione ai lavori di Borgo Berga. Perché quando i mostri parlano, secondo l’intuizione di Dario Fo, gli allocchi si rifugiano a teatro (berico, Olimpico, o altra scena pubblica, poco importa) per mostrare che anche loro sono capaci di indignarsi, mentre la città – povera, sulla strada – si sveglia stordita e incredula da un sonno decennale, magari solo per dire: ormai è troppo tardi.

In piazza si scende per demolire questo sonno, il vero generatore di tutti questi mostri. Partecipate numerosi. E non lasciatevi de/pistare dai dis/pensatori.

Leggete qui [vedi sopra] cosa dice l’UNESCO “ufficialmente e inequivocabilmente” su BORGO BERGA nel report tenuto nascosto dall’Amministrazione Variati-Bulgarini per diversi mesi. E portate questa testimonianza ai cittadini.

[estratto da un POST su FB di Alberto Peruffo, 28 ottobre 2016]

Il video DEMOLIRE BORGO BERGA per la manifestazione del 29 ottobre.

 

Nella Galleria sopra, del fotografo Davide Travaglini, alcune immagini di “The Burning Berga”, performance così denominata dagli attivisti che l’hanno messa in opera, vista e fotografata, ispirandosi a The Burning Cemetery di Alberto Peruffo, che ha indicato la regia fumogenista. Significativa anche l’opera apparsa qualche ora prima di Freaks of Nature.