Nota del 21 ottobre 2022

LEGGI IL PDF >> https://casacibernetica.files.wordpress.com/2022/10/nota-del-21-ottobre-2022-ccc.pdf

nota di CCC del 22 ottobre 2022

5 ANNI DI LAVORO CICLOPICO. PRENDIAMONE ATTO
la fine di tutti i ciclopi – il Veneto non merita questa morte
pdf >> https://casacibernetica.files.wordpress.com/2022/10/nota-del-21-ottobre-2022-ccc.pdf

di Alberto Peruffo

Questi ciclopi [1] hanno distrutto e fatto morire sogni, speranze, vite, geografie. In cinque anni. Solo per Montecchio, diventata sempre più invivibile, con la mortalità assoluta cresciuta per fattori climatici e ambientali, e che oggi voleva ospitare una “sagra” degli industriali che costruiscono armi, cioè ancora morte, ricordo che:

– La popolazione è ancora disinformata e avvelenata dai PFAS, a partire dalla bonifica non fatta presso la Miteni, taciuta, senza alcuna presa di posizione da parte dei cosiddetti autonomisti.

– Hanno distrutto la rete viaria, con Pedemontana e Tav. Il Cavalcavia delle Alte? Altri 2 milioni di euro, chiesti ieri in ginocchio alla Provincia, alla Regione, che poi sarà lo Stato, dopo aver firmato contratti senza conoscere il progetto devastatore. Bloccando per mesi, forse anni, la vita di un paese. A prescindere da chi pagherà, Stato o Regione. E dov’è l’inaugurazione della Pedemontana, costata centinaia di milioni di euro ai veneti? La stessa che ora, in ginocchio, Zaia chiede di prendere, pagando il pedaggio, per senso di comunità? Dopo aver dichiarato il fallimento economico e aver distrutto le Poscole e la Vallugana? Terre non comunitarie? Dove sono gli autonomisti a regime differenziale, qui? Funzionano solo per fare debiti differenti solo tra chi paga e chi intasca?

– Non hanno mai fornito una sola risposta sul nuovo inquinamento della FIS o sulla filtrazione “clandestina” dei PFAS negli acquedotti (a Montecchio si diceva che non occorre filtrare) o su dove gestiscono i reflui degli stessi, magari buttandoli in aria, in altre parti del Veneto, avvelenando criminosamente altri veneti. L’importante è invece e sempre fare strade, rotonde, parcheggi, pure delle risposte, ovvero sia autocelebrarsi sui nuovi parcheggi lastricati di catrame con il nastro tricolore in mano (v. il nuovo della FIS), i veneti puri!, per dirsi… siamo primi in tutto. Anche nella melma urbanistica che abbiamo creato.

Questi signori hanno parcheggiato tutto. In primis le loro coscienze. Non conoscono la terra dove vivono. La massacrano.

Ribadisco come 5 anni fa, quando votai NO [2]. Questi non sanno cosa sia la vera autonomia, dignità, di un territorio. Non sanno nulla dei territori. Delle genti che vi abitano. E non che transitano come parassiti politici. I popoli passano, i territori rimangono devastati da chi non li sa governare. Per fortuna che a questi scellerati non è stata data maggiore autonomia. I risultati della loro devastazione li vedrete sul lungo termine, con morti, patologie, mentre Zaia, e compagnia, scenderà con un slittino da bob dorato sulla pista di Cortina. In piena autonomia. Lastricata non più dal catrame, ma dal sudore di chi veramente ha lavorato in Veneto. 80 o più milioni di euro coibentati dal silenzio degli affini, la sciolina di ogni discesa nell’oro.

Questi signori non meritano niente, neppure le ataviche tradizioni sepolte qui. Si dicevano prima celtici, poi tardolongobardi, infine veneti antichi, ma dei veneti-veneti non sanno niente, non sanno neppure leggere o distinguere le parole latine che gli antichi abitanti del Veneto usavano, non sanno distinguere tra res derelictae e res dubia, tra cose abbandonate e cose incerte, tra res facti e res furtivae, tra questioni di fatto e cose rubate. Sono oggi cavalieri ridicoli del loro fallimento, oggi più di ieri, perché lo cavalcano ancora, a cinque anni dal loro ridicolo referendum, richiamandolo come un merito, da poveri illusi. Lo sono per il perverso fascino che la parola “autonomia” veicola sempre, la quale, tuttavia, se manipolata e messa in mano a politicanti asserviti, cattura solo voti portando ad alcun risultato effettivo.

Questa intervista è la prova provata del loro ciclopico fallimento. Del loro immaginario decrepito: “cinque anni a bordo campo” per scaldarsi. Caspita! Mica poco. Neppure la nazionale della nazione peggiore del mondo ha un riscaldamento così lungo. Eppure avevano la Ministra per gli Affari Regionali di Trissino, poi passata, per logica conseguenza, di inefficacia del ministero, alla disabilità. Con tutto il rispetto per le disabilità, ma qui sembra che ci sia una disabilità cognitiva e funzionale provocata per via culturale, per abito mentale, nelle classi dirigenti. Tale disfunzione sembra emergere quando rilasciano interviste giustificatorie che fanno pena all’intelligenza degli infanti.

È paradossale sentire parlare di “dichiarazioni lunari” – quante ne ha fatte l’intervistato, a partire dai carotaggi Pfas e dai limiti a spanne – o di “monetine sul jukebox” – forse attingendo al fatto che il Veneto lui lo pensa ancora con la testa di quand’era un roboante ragazzo PR, pensando che la “sua terra” sia una discoteca dove il dj number one è solo lui e gli altri sono fuori dai giochi delle selezioni. Per non dire quello che ha detto a TVA, «saremo un nido di vespe», dimenticando che nella coscienza televisiva italiana, brunovespizzata, il messaggio si decodifica in “saremo un nido di servi”.

Chi crede in queste assurde promesse ciclopiche dopo cinque anni di nulla di fatto, di devastazione, si merita quello che ha. Politicamente, un burattino a capo della Regione. Fate un giro per le strade di Montecchio o della Valle dell’Agno o attraversate Ponte Alto a Vicenza, città un tempo Unesco, e poi commentate a ragion veduta, se avrete ancora la forza di aprire la bocca dopo aver masticato ore di marmellata urbanistica. Cosa aspettate, veneti, a defenestrare questo signore del nulla dopo questa nuova ammissione, pietosa, di fallimento? Un fallito vi rappresenta? Non vi fa pena, sentire dopo cinque anni, un’offesa del genere al vostro stesso voto, rubato? Da bordo campo? Quando pensavate di essere il centro del mondo… Non vi fa pena sentire affermare con prepotenza da goliardo (da chi non ha reale forza) che lui andrà avanti per la “sua” strada, come ha fatto per la Pedemontana e sta facendo per le Dolomiti? La strada che ha già portato o porterà nel baratro. Economico, sociale, civile. Perché chi si crede un ciclope in un mondo di servi, è servo soprattutto del suo solo occhio che crea un gigantismo senza autorità, senza concreta visione. Questo è il punto.

Un gigante senza autorità – quella positiva – senza visione – quella stereoscopica – quando casca nel fosso fa un polverone enorme, portando con sé tutto, pure gli sguardi innocenti.

Attenzione. Non solo gli sguardi. Ma pure i corpi. Innocenti. Il Veneto non merita questa morte.

Alberto Peruffo
Montecchio Maggiore, 21 ottobre 2022

NOTE

1. INTERVISTA DEL GIORNALE DI VICENZA
https://www.ilgiornaledivicenza.it/oltre-vicenza/veneto/autonomia-referendum-indipendenza-veneto-zaia-1.9689960

2. LO SCRITTO “RECORD” SUL REFERENDUM
https://casacibernetica.cloud/2017/10/16/io-veneto-veneto-votero-no-mi-vergogno-di-questo-veneto-spannografico-i-popoli-passano-i-territori-restano/ 
PDF >> https://casacibernetica.files.wordpress.com/2022/10/nota-del-21-ottobre-2022-ccc.pdf

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...