Il post di AP pubblicato il 20 agosto 2019 su FB, a presentazione della videoclip c/o CSC, prima del Film Festival della Lessinia, dove la performance NTIP aprirà la rassegna, venerdì 23 agosto, ore 18, presso il Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova.
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NON CI INGANNATE PIÙ
Disse Duval ai propri giudici.
Lo diremo anche noi il 21 di ottobre alla prima udienza del processo contro le multinazionali dei PFAS o il 13 di novembre quando lo stesso Tribunale di Vicenza ci chiamerà a giudizio sui “misfatti” della MITENI, per il nostro legittimo “blocco” della fabbrica, il 31 ottobre del 2017. Decreto di citazione emesso dopo assurde indagini preliminari – espressione di un chiaro atto intimidatorio – a cinque attivisti no pfas. Tutto ciò nel mentre le autorità preposte, ancora oggi, 20 agosto 2019 – badate bene alle date, agli anni – si dibattono su come “contenere” la fluente contaminazione, oltre le fittizie, inefficaci, barriere idrauliche, che altro non sono che una semplice messa in sicurezza, necessaria, forse strategica, per arrivare fra qualche anno a una bonifica soft in accordo con i vecchi e i nuovi proprietari. Una vergogna. In atto. Oggi. E ieri.
[clicca qui se vedi schermata nera]
qui la versione di Campogrosso >> https://www.facebook.com/alberto.peruffo/videos/10155556951795880]
Senza l’azione del multiforme movimento no pfas, tutto sarebbe insabbiato, manipolato, minimizzato. O ridotto a fantasie spannografiche, come lo furono i settecento o 7000 carotaggi annunciati da Zaia. Certamente tutto ciò non sarebbe stato “bloccato”.
Domanda radicale: la bonifica va fatta prima su queste improvvide autorità o sui terreni pestilenziali della MITENI? Quale è la causa e quale è l’effetto?
Un dato di fatto contro le autorità regionali e nazionali, Giunta del Veneto e ISS: la questione agroalimentare rimane sospesa sul nulla. Dopo mesi di promesse, dilazioni, ritardi, ci troviamo – oggi, agosto 2019 – con un nuovo report che di scientifico ha solo il nome – VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE ALIMENTARE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO. RELAZIONE FINALE – ma nulla di comprensibile per il piatto dei cittadini, se non la trasfigurazione della *dose giornaliera di veleno assimilabile* in dose *settimanale*. Un lasco concettuale, un curioso slittamento di significato, verso l’ampio, per enunciare una restrizione di fatto imposta dalla comunità scientifica internazionale all’EFSA, costretta a prendere atto della pesante tossicità di queste sostanze, surrettiziamente nuove, “emergenti”. Addirittura ora “scoperte” – da alcuni dirigenti – pure nel Po. Primo fiume europeo ad esserne stato oggetto di approfondita ricerca, 12 anni fa, causa l’alta contaminazione riscontrata. Ad onor di storia, neppure di cronaca, il PFOA viene brevettato dalla 3M, futura fornitrice della DuPont, nel 1947.
L’EFSA – authority alimentare europea superpartes, circondata dagli squali del profitto su grande scala – ha proposto così un alleggerimento quantitativo da somministrare al *nostro immaginario*, in dosi minime e sopportabili. Da moltiplicare per sette giorni. Per non bloccare subito le grandi produzioni. Questo alleggerimento manipolatorio si chiama: TWI – Tolerable Weekly Intake. Come se gli esseri umani fossero delle cavie che possono sopportare dosi di escrementi tossici messi in bocca dai loro usurpatori. Quotidianamente. Sette volte alla settimana. Siglati però da una nuova, fulgida, sigla. TWI. Eufonica.
Poco comprensibile, ma molto efficace. TWI is better than TDI. Weekly è più trendy di daily. Miserie di una lingua divenuta merce della velocità, della moda.
La TWI è quindi una supposta concettuale. Da prendere al volo. Veloci.
Ma noi non la prendiamo! Sospettiamo invece, a ragion veduta, che gli alimenti contaminati e i loro effetti *desiderati*, collaterali, anzi, multilaterali – per le industrie del farmaco e della salute, che capitalizzano il male, la malattia, a lunga degenza – siano un profitto diluito nel tempo e nello spazio, come nessun altro. Un profitto ancora più sporco perché ha le sembianze di fare del bene. Di curare.
Non è un caso che il Veneto stia progettando nuovi grandi ospedali, tra un Prosecco e un’Olimpiade, in terre ricche di cancro, con reparti oncologici sempre più enormi. Fuori misura. Oltre la quota naturale. Dove la neve non si sa se cadrà, ma si dà invece per scontato – senza sconti per nessuno – la caduta di una pioggia torrenziale di soldi, liquidi, perciò acidi, che distruggono ogni cosa che passa loro vicino. Figli e ambiente. In primis.
Così anche qui la neve sarà sempre più falsa, riprodotta e riproducibile, densa di additivi: una pioggia per i ricchi che accelera la crisi climatica. Una specie di iperaccelerazione, a carte scoperte. Ad evidenze provate. Per morire bene, a pancia piena. Nella quale – crisi accelerata o accelerazione di crisi – vorrebbero trascinarci tutti. Poiché non sanno come fermarla.
«Them belly full, but we hungry» – R.N. Marley.
Non ci ingannate più.
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L’ARTE AIUTA
Nella clip video – poesia e rivolta – 10 anni di dramma e lotta su vari fronti, pfas compresi: 4 minuti della recente performance al CSC, con l’inserto fuori campo del Tubone ARICA, carico di Pfas e di liquame “vivificato” dalla politica. Sullo sfondo emerge la voce già dimenticata degli scienziati del Simposio di Venezia del 22/23 febbraio 2017, organizzato dal “trombato” Domenico Mantoan, massima carica della Sanità del Veneto. Ora al confino in Sardegna.
Una conferenza proforma? Una voce di forma? Per lavarsi la coscienza?
Non ci ingannate più.
Ci vediamo il 23, venerdì, in Lessinia >> https://wp.me/p1wSCj-3b1
Terra di liberazione.
E poi in tribunale.
Con la richiesta che i dirigenti della Regione Veneto arrivino sul banco degli imputati, accompagnati dai corresponsabili nazionali.
Per avvelenamento delle acque e del popolo, che li ha pure votati.
Tanto è stato efficace.
Il liquame consegnato.
Ingerito.
E digerito.
Prima e dopo il voto.
Amen.
Non torneranno i prati. A meno che.
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Con Alberto Peruffo, Giuseppe Savio, Edoardo Egano.
Videoriprese di Giacomo Peruffo c/o Centro Stabile di Cultura, 26 maggio 2019, durante TTT togliere-togliere-togliere.